(Leggi l'articolo completo su dday) Ci siamo: dopo un percorso preparatorio iniziato oramai diversi anni fa, tra pochi giorni, il 28 di agosto, debutterà in Italia il DVB-T2. Quello che viene chiamato, per certi versi correttamente, il "nuovo digitale terrestre" si basa su uno standard che in realtà è stato definito nel 2007, 17 anni fa, non certo un fulmine a ciel sereno. Il problema è il solito: il nuovo standard richiede TV compatibili e, dato che non ci sono frequenze a sufficienza per la coabitazione della nuova e della vecchia modalità trasmissiva, le emittenti tendono ad aspettare che praticamente la totalità del parco installato sia compatibile prima di accendere il T2.Perché arriva ora il primo passaggio al DVB-T2Il primo passo - ovverosia accedere la prima frequenza in DVB-T2 - tocca alla Rai, in forza del nuovo contratto di servizio, senza il quale probabilmente nulla sarebbe successo. Infatti, dopo le difficoltà dettate dalla cessione della banda 700 MHz alla telefonia, avvenuta oramai più di due anni fa, il sistema televisivo ha trovato un nuovo assetto con le poche frequenze residue esecitate in DVB-T al costo di una compressione molto aggressiva e al pensionamento della codifica MPEG2. In questo modo sia Rai che Mediaset sono riuscite, pur acrobaticamente, a non spegnere nessun canale malgrado la riduzione del 40% della capacità trasmissiva. Una volta raggiunto questo assetto e assorbite le moderatissime lamentele per il decremento qualitativo delle immagini, alla fine il rischio di accendere il T2 e perdere una fetta di audience non è parso proporzionato rispetto ai possibili vantaggi e tutto sommato la voglia di completare la transizione si è persa via via. Anche perché gli studi sul mercato propsettano ancora un parco TV da adeguare alle nuove trasmissione vicino al 25% dell'installato, più di 10 milioni di schermi. Tanto da spingere il Governo a obbligare la Rai a commutare entro il 1 settembre 2024 una delle sue frequenze nella nuova modalità trasmissiva così da stimolare il ricambio. Rai ha scelto il MUX-B, una delle sue tre frequenze, che verrà appunto commutato tra le 2:00 e le 6:00 del prossimo 28 di agosto.Cosa cambia in sostanza passando dalle trasmissioni DVB-T a quelle DVB-T2Il DVB-T, ovverosia l'attuale digitale terrestre, può essere modulato con parametri differenti e con modalità più o meno "solide". Rai ha scelto in questi anni parametri di trasmissione che le garantiscono, per ogni frequenza, poco meno di 20 mbit/sec in termini di banda utile per i propri canali. Con il passaggio al DVB-T2 e con la nuova configurazione scelta, Rai avrà a disposizione sulla medesima frequenza una banda di circa 37 mibit/sec, quasi un raddoppio della capacità di banda. Il che ovviamente permette di migliorare la qualità dei canali diminuendo la compressione, far migrare più canali (a tendere tutti) verso l'alta definizione, come avviene già su satellite, e magari aggiungere nuovi canali, come per esempio Rai 4K, al momento esclusiva di tivusat. Ma ci sono anche altri vantaggi: il segnale DVB-T2 è più solido nei confronti delle cosiddette "autointerferenze", quando, nelle zone pianeggiante, un'antenna ricevente è illuminata da due o più impianti di trasmissione lontani gli uni dagli altri. Il digitale terrestre attuale trasforma questi segnali in interferenza distruttiva se gli impianti sono a più di 65-70 km tra loro, rendendo la ricezione complicata se non addirittura impossibile in particolari zone. Con il DVB-T2 questa soglia chilometrica raddoppia e impianti che sono fino a 120 km tra loro invece di darsi fastidio sommano e potenziano il segnale in maniera costruttiva, restituendo alle zone difficili la piena ricezione. A tutto ciò va sommato il fatto che il nuovo piano delle frequenze, introdotto con la cessione della banda 700 MHz, è stato progettato dai tecnici del Ministero proprio pensando a un esercizio in DVB-T2, mentre in DVB-T risulta di complicata ottimizzazione, proprio per il vasto impiego di reti isofrequenziali, e quindi a rischio autointerferenza.È consigliata (o addirittura necessaria) la risintonizzazioneTutti questi cambiamenti portano a un rimescolamento importante di due MUX Rai, quello B che passa in DVB-T2 ma anche quello A, che si scambia con il primo una serie di canali. Per far sì che i canali giusti siano agganciabili alle nuove locazioni, è necessaria una risintonizzazione del TV. Questa avviene in molti apparecchi automaticamente ogni notte e questo dovrebbe risolvere buona parte dei problemi, non richiedendo quindi nessun intervento attivo dell'utente per passare dalla vecchia situazione alla nuova. Ci sono due punti a cui fare attenzione: il primo è che non tutti i TV e i decoder rifanno la sintonia automatica. In tal caso è necessario, la mattina del 28 agosto, scatenare una risintonizzazione, così da agganciare i giusti puntatori alle giuste frequenze.L'altro caso, da non trascurare, è che anche i TV che rifanno la sintonia nottetempo, potrebbero farla prima, in termini orari, dell'operatività delle modifiche Rai. In questo caso, anche un TV pienamente compatibile, potrebbe non riuscire a sintonizzare i nuovi canali il 28 agosto mattina. Per risolvere basta rifare una sintonizzazione automatica dei canali, operazione che comunque consigliamo a tutti.